Dal mondo turco-italiano

Sulla Giornata Mondiale del Caffè Turco

2083976
Dal mondo turco-italiano

Sulla Giornata Mondiale del Caffè Turco Ogni anno, il 5 dicembre si celebra la Giornata Mondiale del caffè turco, in occasione del suo riconoscimento come Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità da parte dell'UNESCO. Nell'evento organizzato da Yunus Emre Enstitüsü a Roma lo scorso dicembre, è stato presentato il caffè turco e sono stati serviti agli ospiti caffè accompagnati con le delizie turche lokum. Questa bevanda è una passione comune che stabilisce legami culturali tra l'Italia, il primo Paese che viene in mente quando si parla di caffè oggi, e la Türkiye, dove il caffè si è diffuso per la prima volta. Gli abitanti di entrambi i Paesi hanno una forte abitudine al caffè e una cultura radicata che si è sviluppata intorno ad esso, e questi due Paesi sono stati decisivi nel percorso del caffè verso la sua diffusione come bevanda più popolare al mondo. L'abitudine di bere caffè si diffuse dallo Yemen alla Mecca e da lì al Cairo e, dopo la conquista dell'Egitto da parte di Yavuz Sultan Selim, si trasferì a Istanbul. Questa bevanda stimolante è stata sin dall'inizio una piacevole scusa per incontrarsi.

Le prime caffetterie di Istanbul iniziarono ad aprirsi intorno al 1554, e questi luoghi erano frequentati dai fedeli in attesa dell'ora di preghiera, dai commercianti e persino dai giannizzeri. Formando gradualmente un ambiente sociale a sé stante, la caffetteria ottomana divenne il principale luogo di socializzazione per la popolazione musulmana. Di seguito si trasformano in centri culturali dove si gioca a scacchi e tavola reale, si fanno i teatri d'ombra di Hacivat e Karagöz e si recitano poesie. Il caffè arrivò nel sud Italia attraverso Malta e nel nord Italia attraverso Venezia. All'inizio, però, le autorità religiose erano scettiche nei confronti di questa goduriosa bevanda nera proveniente dai Paesi musulmani. Tuttavia, dopo l'approvazione di Papa Clemente VIII nel 1600, che disse "è così squisita che sarebbe un peccato lasciarla bere esclusivamente agli infedeli", fu accettato. Nel 1615, i veneziani iniziarono a importare chicchi di caffè da Istanbul. Il caffè divenne anche il nome di un locale in cui viene servito il caffè, i cui primi esempi si ebbero a Venezia a partire dal 1645. Tuttavia, il caffè, che era entrato in Europa come una bevanda di importazione speciale, era costoso. I locali, che nelle terre ottomane erano frequentati dalla gente comune, si trasformarono in luoghi d'élite frequentati da mercanti e nobili. Il Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia il più antico caffè oggi in funzione, dal 1720, era frequentato dai personaggi più famosi dell'epoca e ne è il miglior esempio. Da Venezia, i caffè si diffusero in altre città europee, raggiungendo l'Inghilterra nel 1651. In un libro pubblicato nel 1665, il sacerdote e orientalista maltese Domenico Magri descrive come preparare il caffè - turco - in una caffettiera di rame.

Descrive l'uso di chiodi di garofano e cardamomo per aromatizzare il caffè e di zucchero o ambra per addolcirlo. L'autore afferma che i turchi bevono il caffè al mattino dopo aver mangiato qualche boccone di pane e consiglia di berlo due ore dopo i pasti perché facilita la digestione. Sottolinea che il caffè non fa male, anzi, allevia la tosse e fa bene al fegato e allo stomaco. Ritrae i turchi che sorseggiano caffè caldo e passano ore a chiacchierare nei caffè frequentati da persone di ogni estrazione sociale. Afferma che le donne che si visitano come ospiti non iniziano una conversazione senza aver bevuto un caffè. Le donne preferiscono il caffè anche per una serie di benefici, come la riduzione dei dolori mestruali e l'effetto benefico sulla pelle. Si narra che gli austriaci abbiano scoperto il caffè nel 1683, quando i soldati ottomani di ritorno dall'assedio di Vienna lasciarono dei sacchi di caffè. Il caffè iniza ad essere importato nell’Impero asburgico attraverso la città portuale di Trieste dove vennero aperti i più prestigiosi caffè e si instaurò una radicata cultura.

Dopo che gli olandesi iniziarono a commerciare il caffè e a coltivarlo nei loro territori coloniali dell'Estremo Oriente, il caffè si diffuse in tutto il mondo: oltre alla varietà arabica dello Yemen emersero diverse varietà tra cui la più nota fu robusta, che ha un contenuto di caffeina più elevato. A differenza del caffè turco, che è fatto rigorosamente con l'arabica, il caffè italiano è solitamente una miscela di due tipologie. Sin dalle origini, il caffè è stato una bevanda consumata fuori casa e un pretesto per socializzare. In Europa, solo nel 1819 fu inventata la cuccumella, una caffettiera associata a Napoli che ha aperto al caffè le porte delle case italiane. Nel 1884 fu inventata a Torino la macchina per l'espresso e nella stessa città nel 1933 fu introdotta la moka, che rendeva più semplice la preparazione del caffè a casa. Mentre la caffettiera di rame continua a dominare nelle case turche, fortemente radicate nella tradizione, l'Italia sembra aver trovato la sua icona del caffè con la moka, simbolo del genio del design industriale. Nel sud dell'Italia, Napoli si distingue per il suo caffè. Prodotto con caffè tostato per un periodo di tempo più lungo, il caffè napoletano ha un gusto più forte e viene preparato con una leggera schiuma, viene servito nelle tazzine riscaldate e con dell'acqua, proprio come il caffè turco. A Napoli, l'usanza di lasciare "caffè sospeso" pagando un ulteriore caffè per un prossimo cliente sconosciuto è una preziosa tradizione che dimostra il legame speciale che il caffè stabilisce tra le persone, così come il caffè servito in Türkiye viene ricordato per quarant'anni.

A cura di Ozan Dizman



NOTIZIE CORRELATE